Streaming e TV

Pirateria audiovisiva: conclusa l’operazione Gotha, le dichiarazioni di SKY e DAZN

Oggi, 11 Novembre 2022, la Polizia Postale ha comunicato lo stato in corso di un’operazione, disposta dalla Procura Distrettuale di Catania e mandata avanti dalla Polizia di Stato, volta a contrastare il fenomeno della pirateria audiovisiva.

Nelle ultime ore, è inoltre emersa una dichiarazione di Andrea Duilio, Amministratore Delegato di Sky Italia, che in merito a questa operazione ha voluto congratularsi con le forze dell’ordine, commentando:

“Voglio congratularmi con la Polizia Postale per gli importanti risultati raggiunti con l’operazione “Gotha”, che dimostrano ancora una volta quanto la pirateria sia un fenomeno gestito dalla criminalità organizzata.

Sky è, e sarà sempre, al fianco delle forze dell’ordine in questa lotta in difesa dell’industria audiovisiva e a tutela di tutti coloro che si abbonano legalmente.”

Alle ore 11:00 della mattinata di oggi, 11 Novembre 2022, si è inoltre tenuta una conferenza stampa, presso la sede del Reparto Mobile della Polizia di Stato di Catania, in Corso Italia 274, con lo scopo di illustrare i dettagli dell’operazione, denominata “Gotha“.

L’operazione Gotha si è conclusa nel corso della giornata odierna, interessando l’intero territorio nazionale con numerose perquisizioni e sequestri da parte dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale, nei confronti degli appartenenti a una associazione per delinquere di carattere transnazionale.

Nel dettaglio, sono 23 le provincie coinvolte dalle perquisizioni contro la pirateria audiovisiva, quali Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila e Taranto.

Attualmente, le persone indagate sono 70, che oltre alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, dovranno rispondere anche di altri reati come il riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.

Secondo l’indagine, infatti, gli indagati hanno inoltre fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, false identità e documenti contraffatti, utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, carte di credito, abbonamenti televisivi e noleggio di server, ai danni di vittime ignare.

Gli indagati appartenevano a una associazione criminale, organizzata in gerarchie precise, i cui capi erano distribuiti in Italia a Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani e all’estero in Inghilterra, Germania e Tunisia.

L’organizzazione era specializzata nella distribuzione, a livello sia nazionale che internazionale, di palinsesti live e contenuti on demand, di proprietà di note piattaforme televisive, attraverso il sistema delle IPTV illegali.

Il piccolo gruppo al comando dell’associazione si occupava di promuovere e dirigere quest’ultima, decidendo i costi degli abbonamenti, le sospensioni del servizio e le modalità di distribuzione dei dispositivi, coordinando al tempo stesso i vari operatori sul territorio.

Le prime investigazioni hanno accertato la presenza di diversi bot, canali, gruppi, account, forum, blog e profili su vari siti e social network e in particolare su Telegram, che pubblicizzavano la vendita di accessi per lo streaming illegale di contenuti IPTV.

Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV (Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali), ha dichiarato:

Come FAPAV plaudiamo all’importante operazione antipirateria annunciata quest’oggi dalla Polizia di Stato e disposta dalla Procura Distrettuale di Catania, che ha rivelato ancora una volta come dietro la pirateria si nascondano vere e proprie mentalità criminali e ingenti profitti illeciti.

Il fenomeno dello streaming illegale di contenuti audiovisivi rappresenta, non solo per l’industria del cinema, della Tv e dello sport, ma per il Paese nel suo complesso, un problema serio, sia sotto il profilo economico e di sviluppo industriale, sia rispetto alla sicurezza informatica e alla tutela della privacy dei cittadini.

Questa operazione apre ad una nuova decisiva stagione di lotta alla pirateria con numerosi importanti appuntamenti istituzionali, dalle audizioni in AGCOM legate all’implementazione della Direttiva Copyright all’attuazione del Regolamento Digital Services Act.

Occorre essere sempre più efficaci e tempestivi nelle azioni di contrasto e in questa direzione ritengo sia fondamentale che la proposta di legge antipirateria, recentemente depositata alla Camera dei Deputati, viaggi spedita e possa diventare effettiva in tempi rapidi”.

DAZN ha rilasciato il seguente commento:

900000 mila utenti per un profitto mensile di milioni di euro. Un numero impressionante che deve far riflettere seriamente sull’ingente danno che la pirateria continua a provocare al settore audiovisivo e, nel nostro caso, allo sport.

Il lavoro che stanno svolgendo i reparti specializzati della Polizia Postale e della Guardia di Finanza rende evidente come sul mercato siano presenti player illegali che pregiudicano la possibilità di continuare a investire nell’industria dello streaming live di eventi sportivi.

La condivisione di dati personali attraverso l’abbonamento a servizi illeciti mette inoltre a rischio la sicurezza degli stessi ‘clienti’ di questi servizi illegali che dovrebbero essere consapevoli di condividere proprie informazioni sensibili con organizzazioni criminali sofisticate e pericolose“.

Conclusa l’operazione, il flusso illegale di IPTV è stato disabilitato e in seguito alle perquisizioni, sono stati sequestrati del materiale informatico e i dispositivi utilizzati per l’attività di diffusione illegale dello streaming.

In questa fase, l’indagine ha coinvolto coloro che hanno rivestito i ruoli in cima all’organizzazione e i cosiddetti reseller, i rivenditori dei pacchetti tv, mentre in seguito si occuperà anche dell’identificazione dei fruitori dei servizi illegali.

Attualmente, l’operazione è riuscita a fare luce sul 70% dello streaming illegale nazionale, che conta oltre 900.000 utenti e frutta milioni di euro di profitti mensili.

In particolare, i profitti accertati nel corso dei mesi di indagine ammontano a circa 10 milioni di euro, tuttavia secondo gli inquirenti, i danni per l’industria potrebbero essere pari a oltre 30 milioni di euro mensili, considerando i risultati raggiunti dall’operazione odierna.

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