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Pavel Durov, fondatore di Telegram, rilasciato su cauzione: divieto di lasciare la Francia

Proseguono le vicende giudiziarie che coinvolgono Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, dopo l’arresto avvenuto all’aeroporto di Le Bourget, vicino Parigi. Durov, detenuto e successivamente rilasciato su cauzione per un importo di 5 milioni di euro, è attualmente sotto accusa con 12 capi di imputazione legati alla sua attività come amministratore delegato della piattaforma di messaggistica istantanea.

In risposta alle notizie sull’arresto e le accuse, Telegram ha rilasciato una dichiarazione ufficiale il 25 agosto 2024, in cui ribadisce il suo rispetto per le leggi europee, compreso il Digital Services Act, e difende l’operato di Durov. “Telegram rispetta le leggi dell’Unione Europea, compreso il Digital Services Act; inoltre, la sua funzione di moderazione è conforme agli standard del settore e in costante miglioramento. Il CEO di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa“, si legge nella dichiarazione.

La società ha anche sottolineato l’assenza di responsabilità diretta per l’uso improprio della piattaforma da parte dei suoi utenti. “È assurdo affermare che una piattaforma, o il suo proprietario, siano responsabili per l’utilizzo improprio della piattaforma stessa. Quasi un miliardo di utenti a livello globale utilizza Telegram come mezzo di comunicazione e come fonte d’informazioni essenziali. Siamo in attesa di una rapida risoluzione di questa situazione. Telegram è con tutti voi.

Nel frattempo, Durov, nonostante il rilascio, rimane soggetto a strette condizioni legali: gli è stato vietato di lasciare la Francia e deve presentarsi due volte a settimana presso una stazione di polizia. Questa misura cautelare evidenzia l’intenzione delle autorità francesi di continuare ad approfondire le indagini sulle presunte irregolarità legate a Telegram e al suo fondatore.

Telegram, fondata nel 2013 dai fratelli Pavel e Nikolaj Durov, si è affermata come una delle principali piattaforme di messaggistica globale, apprezzata per la sua enfasi sulla privacy e la sicurezza delle comunicazioni. Tuttavia, la sua natura criptata e l’ampio utilizzo hanno suscitato preoccupazioni in alcuni governi riguardo all’uso potenziale per attività illecite.

La dichiarazione di Telegram suggerisce una ferma intenzione di difendersi contro le accuse e di proteggere la reputazione della piattaforma. Resta da vedere come si svilupperà il caso e quali saranno le conseguenze per Durov e per il futuro di Telegram.

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