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Open Fiber, l’AD Mario Rossetti su situazione finanziaria e piani per aree bianche e grigie

Per l’Amministratore Delegato di Open Fiber, Mario Rossetti, la rete della società partecipata al 60% da CDP e al 40% da Macquarie, rappresenta un importante pilastro per la digitalizzazione del Paese, con almeno il 65% dei clienti FTTH (Fiber To The Home) in Italia attivi sull’infrastruttura dell’operatore wholesale only, che conta su quasi 14 milioni di unità immobiliari coperte e circa 115 mila chilometri di fibra ottica realizzati.

Facendo il punto sulla situazione di Open Fiber, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, pubblicata sull’edizione cartacea del quotidiano di Sabato 26 Agosto 2023, l’AD Mario Rossetti ha dunque voluto smentire presunte voci che descrivevano la società come in difficoltà, illustrando i recenti dati finanziari che mostrano una crescita sia per quanto riguarda gli investimenti che i ricavi.

Per l’esattezza, a detta di Rossetti, nel primo semestre del 2023 Open Fiber ha investito 848 milioni di euro, in rialzo rispetto ai 582 milioni di euro del 2022. Nel corso dello stesso periodo, i ricavi hanno registrato una crescita del 28%, attestandosi a 267,5 milioni di euro, con inoltre un’EBIDTA in rialzo del 33%, per un totale di 102,7 milioni di euro.

In merito alla questione dei ritardi nelle aree bianche, invece, l’Amministratore Delegato ha sostenuto che si tratta di un’eredità della gestione precedente, con un piano la cui chiusura era prevista al 2020, ma che a fine 2021 era arrivato al solo 42% di avanzamento.

Attualmente, invece, secondo Mario Rossetti, nelle aree bianche Open Fiber sta realizzando 20 mila chilometri l’anno di infrastruttura, per un totale di 50 chilometri al giorno. Per il manager, dunque, il Piano Banda Ultralarga, da 90 mila chilometri, sarebbe al 76% del completamento, confermando il termine dei lavori nel 2024.

Per l’AD di Open Fiber, tempi più lunghi sono stati necessari anche per la realizzazione di circa 14 mila chilometri in più rispetto a quanto previsto inizialmente dal bando, la cui costruzione è stata stabilita in seguito a un’analisi approfondita di dati come la densità abitativa, comportando degli extracosti per quasi 600 milioni di euro.

A detta di Rossetti, oltretutto, la concessione stipulata nel 2016 porta con sé alcuni limiti, non includendo il collegamento con la rete nazionale, a cui sta pensando Open Fiber con circa 350 milioni di euro, oltre che alla copertura in fibra ottica degli ultimi 40 metri fino alle abitazioni, realizzati con fondi privati della società.

Per questo motivo, come spiegato dall’Amministratore Delegato, Open Fiber ha iniziato un’interlocuzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e con Infratel, al fine di discutere su una revisione del perimetro della concessione che preveda anche la parte iniziale e finale della rete.

Open Fiber

Riguardo ai clienti, Mario Rossetti si è detto soddisfatto dell’interesse crescente da parte degli operatori in seguito alla riduzione dei tempi di attivazione, oltre che al calo dei prezzi da 16,7 euro a 12,5 euro a linea. Positivo, per l’AD della società, anche l’accordo preso con TIM nel 2022 riguardo l’utilizzo delle infrastrutture FiberCop, su cui si sta valutando una possibile estensione anche alle aree grigie.

A proposito delle aree grigie, sugli obiettivi non raggiunti né da Open Fiber né da TIM, con sanzioni per 47 milioni di euro, Rossetti ha affermato che l’ammontare delle penali dovrà essere rivisto in seguito ad alcune verifiche sul campo, da cui sta emergendo una riduzione dei civici collegabili del 43%.

L’Amministratore Delegato di Open Fiber, ha ad ogni modo confermato di aver avviato le attività in tutti e 8 i lotti aggiudicati, aprendo la commercializzazione in circa 80 Comuni. Per Rossetti, il Piano Italia a 1 Giga sarà terminato nel 2026, ricordando che nel mese di Agosto 2023, la società ha lanciato una gara da 1,1 miliardi di euro per il completamento dei lavori nelle aree previste dal progetto.

Il tema dell’adozione della fibra ottica, secondo Mario Rossetti, rappresenta un punto fondamentale per definire la strategia di digitalizzazione del Paese, evidenziando come, oltre a fornire elevate performance di rete, la tecnologia consentirebbe anche di risparmiare l’80% dell’energia.

Per Rossetti, dunque, la strada è chiara, come dichiarato dallo stesso AD di Open Fiber: “Vogliamo restare su tecnologie vecchie che prima o poi dovranno essere abbandonate o vogliamo programmare adesso una migrazione, che richiede tempi lunghi, a tecnologie a prova di futuro?”

Come affermato da Mario Rossetti, tuttavia, non c’è stata ancora nessuna risposta da parte del Governo sulla richiesta di un anticipo del 20% sui fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), oltre che a un ristoro per maggiori costi sulle aree grigie.

Sulla situazione finanziaria di Open Fiber, invece, l’Amministratore Delegato assicura che la società non è al centro di alcuna tensione, giustificando la posizione netta negativa per 4,6 miliardi di euro a fine 2022 come sintomo dell’aggiornamento del proprio piano industriale, approvato inizialmente a Dicembre 2021 e basato su un contesto di mercato differente da quello attuale.

Infine, riguardo la possibile creazione di una rete unica con TIM, Mario Rossetti ha preferito non entrare nella questione, considerando quest’ultimo un tema che riguarda gli azionisti.

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