Reti e CoperturaTelco

WindTre: il co-ceo Corti conferma i dialoghi con Iliad sul 5G e parla di crisi della rete fissa

Con qualche dettaglio certamente ancora da limare, sembrano sempre più veritiere le voci circa una trattativa che è stata al centro dell’attenzione mediatica nell’ultimo periodo. Proseguono serrati, infatti, i dialoghi sull’accordo che legherebbe WindTreIliad per la fondazione di una co-società di rete 5g sul territorio italiano.

Il co-ceo di WindTre, Gianluca Corti, che da aprile 2022 prenderà il posto di Jeffrey Hedberg in qualità di amministratore delegato, ha parlato di questo e di altre tematiche nel corso di un’intervista rilasciata a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e della Luiss Business School.

In primo luogo, si attendevano riscontri su una vicenda che ormai da un po’ di tempo vede protagoniste WindTre e Iliad, secondo varie indiscrezioni prossime a raggiungere un accordo per avviare degli investimenti comuni sulla rete mobile di quinta generazione.

Alla puntuale domanda sull’accordo stipulato per la nascita di una joint venture sulla rete 5G in Italia, Corti ha risposto ribadendo i dialoghi in corso col gruppo francese; dopo le conferme di Thomas Reynaud, CEO di Iliad Group, arrivano adesso quelle degli esponenti di WindTre.

La trattativa sembra allora giungere all’epilogo conclusivo. Allo stesso tempo, però, nel caso in cui il progetto di collaborazione non andrà in porto, l’azienda sostiene di avere già in mente una strategia stand alone (autosufficiente).

Trattando, invece, discorsi di tipo economico, Corti afferma che, seppur ben accetto, il sostegno di 7 miliardi che il Pnrr assicura alle aziende di telecomunicazioni entro il 2026 equivale all’incirca alla somma investita annualmente da queste ultime nell’ultimo decennio. Dunque si tratta di un investimento insufficiente a risolvere i problemi finanziari delle aziende.

Ecco perché il prossimo AD di WindTre chiede una mossa risolutiva a costo zero proponendo l’innalzamento dei limiti elettromagnetici italiani per il 5G al livello di quelli della media europea.

WindTre
Gianluca Corti, co-ceo di WindTre

In tal senso si ritiene determinante l’intervento di Governo e Parlamento (il quale nel frattempo dà segnali favorevoli) in quanto dal 5G dipende la competitività delle aziende. Come spiega Corti, senza alzare i limiti elettromagnetici non sarà possibile distribuire la copertura 5G dappertutto in Italia sia a causa delle spese eccessive di montaggio delle antenne che di probabili mancate autorizzazioni ad agire in determinate zone del Paese.

Oltre a un impatto economico negativo sulle casse delle telco, questo comporterebbe il rapido invecchiamento delle reti 4G che nel giro di tre o quattro anni produrranno prestazioni internet mediocri come quelle che attualmente può garantire il 3G. Di conseguenza niente live streaming, videochiamate e download di media pesanti.

Un altro tema affrontato nell’intervista è quello della guerra dei prezzi. Secondo Gianluca Corti, alla base della bassa domanda di fisso vi sono due principali problemi: il fatto che gli anziani italiani siano meno digitalizzati rispetto a quelli esteri e la ferrea concorrenza del mobile.

Proseguendo poi la sua riflessione, il futuro amministratore delegato di WindTre afferma che d’altronde si tende a preferire le offerte dati mobile a quelle fisse per via delle tariffe meno costose e che, a dimostrazione di ciò, l’Italia risulta il Paese che tra Stati Uniti d’America ed Europa occidentale possiede la più alta percentuale di case senza connettività fissa.

5G

Bisognerebbe migliorare la qualità della rete fissa per raggiungere un suo consolidamento nel mondo della telefonia, ma questo, a detta del rappresentante dei vertici WindTre, dipende dall’approccio che la Commissione europea di Bruxelles avrà a riguardo.

Dall’unione di Wind e 3 Italia nel 2016, la folta concorrenza e il ribasso dei prezzi hanno creato non pochi patemi agli operatori telefonici, come testimoniano le parole dello stesso Gianluca Corti, attuale co-CEO di WindTre:

Noi, d’altronde, siamo nati con la concorrenza e siamo favorevoli al mercato. Bisogna però sottolineare che il settore oggi ha un ritorno del capitale investito inferiore al costo del capitale. Sicuramente così non si può andare avanti.

Infine, per ciò che concerne la questione legata alla rata che gli operatori di telefonia dovranno versare a settembre 2022 per saldare il conto delle frequenze 5G, WindTre si dice favorevole a sostenere la posizione degli altri operatori nel chiedere un rinvio del pagamento.

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