Categorie: Sicurezza Tech

Polizia Postale: conclusa l’operazione Black Out contro lo streaming illegale tramite IPTV

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Lo scorso 14 maggio 2021, la Polizia Postale ha annunciato di aver portato a termine un’operazione, denominata “Black Out“, volta a contrastare lo streaming illegale tramite IPTV.

I provvedimenti sono stati eseguiti in diverse città italiane, con più di 200 specialisti provenienti da 11 Compartimenti regionali della Polizia Postale (Catania, Palermo, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Ancona, Roma, Cagliari, Milano, Firenze, Venezia), che hanno agito con l’intento di smantellare l’infrastruttura criminale.

Le operazioni sono state effettuate sul territorio di 18 province, ovvero: Roma; Catania; Messina; Siracusa; Bari; Taranto; Fermo; Verona; Palermo; Agrigento; Napoli; Caserta; Salerno; Pisa; Pistoia; Milano; Potenza e Cagliari.

Nello specifico, la Procura Distrettuale di Catania, per diversi mesi, ha coordinato le indagini finalizzate al contrasto delle IPTV illegali, delegate alla Polizia postale e delle Comunicazioni, che aveva segnalato l’esistenza di una infrastruttura tecnologica, responsabile della diffusione, a livello nazionale e via internet, del segnale illegalmente captato di alcune piattaforme di contenuti televisivi a pagamento (ad esempio: Sky, DAZN, Mediaset, Netflix e altro).

Con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania è stata in grado di individuare le sorgenti da cui veniva distribuito il segnale pirata.

Uno dei fulcri dell’infrastruttura criminale è stato individuato a Messina, il quale, disattivato e sequestrato, gestiva circa l’80% del flusso illegale IPTV in Italia.

Le indagini della Polizia Postale di Catania, inoltre, hanno fatto scoprire su Telegram, social network e alcuni siti, la presenza di bot, canali, gruppi, account, forum, blog e profili, che pubblicizzavano la vendita di accessi per lo streaming illegale sul territorio nazionale.

Di conseguenza, il Pubblico ministero ha contestato ai 45 indagati il reato di: associazione a delinquere volta all’accesso abusivo ad un sistema informatico protetto da misure di sicurezza; frode informatica aggravata dall’ingente danno arrecato; riproduzione e diffusione abusiva, tramite internet, di opere protette dal diritto di autore e opere dell’ingegno.

Secondo quanto spiegato dalla Polizia Postale, tramite la struttura illecita i contenuti protetti da copyright vengono inizialmente acquistati, come segnale digitale, dai vertici dell’organizzazione e, successivamente, trasformati in dati informatici e convogliati in flussi audio video, trasmessi ad una rete di rivenditori ed utenti finali, dotati di connessione internet domestica ed apparecchiature idonee alla ricezione.

Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati materiali informatici, server e dispositivi illegali utilizzati per le connessioni e le attività di diffusione dello streaming, oltre a denaro contante, per decine di migliaia di euro, rinvenuto nelle abitazioni di alcuni degli indagati e proveniente dalla suddetta attività illecita.

Si specifica, infatti, che l’attività fraudolenta consta di circa 1 milione e mezzo di utilizzatori, i quali, pagando 10 euro al mese per le IPTV illegali, creano un volume d’affari per la criminalità pari a 15 milioni di euro mensili.

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