Numerazioni telefoniche e frodi: come Sparkle affronta il problema del CLI spoofing
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), nella riunione del 13 novembre 2024, ha approvato la proposta di impegni presentata da Telecom Italia Sparkle S.p.A. (Sparkle) per rispondere alle contestazioni legate al fenomeno del CLI spoofing, che consiste nella manipolazione delle informazioni sull’identificazione della linea chiamante, impedendo l’individuazione corretta del mittente delle chiamate.
Cos’è il CLI spoofing
Il CLI spoofing (Calling Line Identification spoofing) è una pratica fraudolenta che permette di falsificare le informazioni relative al numero di telefono che effettua una chiamata. Questo inganna il destinatario, facendo apparire il numero chiamante come diverso da quello reale. Tale tecnica viene spesso utilizzata per attività di telemarketing non autorizzate o per condurre truffe telefoniche, mascherando l’identità del mittente e impedendo la tracciabilità delle chiamate.
Il contesto della contestazione
L’indagine dell’Autorità (ecco il documento completo) è partita da segnalazioni di cittadini che lamentavano l’uso illegittimo delle proprie numerazioni per attività non autorizzate.
Sparkle è stata accusata di aver consegnato in Italia chiamate provenienti da due società estere, Marfox Ltd. (UK) e Voip Albano Sh.p.k. (Albania), che utilizzavano numerazioni nazionali in maniera impropria, violando il Piano di Numerazione Nazionale (PNN) e il Codice delle comunicazioni elettroniche.
Le misure proposte da Sparkle
Per risolvere le criticità e migliorare la propria compliance regolamentare, Sparkle ha avanzato una serie di impegni, approvati dall’AGCOM, che includono:
- Integrazione contrattuale: nei nuovi contratti di interconnessione e nei rinnovi, verranno introdotte clausole per bloccare il traffico in transito non conforme alle specifiche tecniche del CLI. In caso di violazioni gravi o reiterate, Sparkle potrà risolvere i contratti con gli operatori coinvolti.
- Verifiche documentali: Sparkle si impegna a verificare, attraverso il database europeo BEREC e altre fonti, i titoli autorizzatori degli operatori partner, sia per nuovi contratti che per quelli già esistenti. La mancanza o inesattezza delle autorizzazioni comporterà il rigetto o la risoluzione del contratto.
- Blocco tecnico delle chiamate: verranno implementati blocchi selettivi per chiamate prive di un formato CLI corretto, come previsto dalla Raccomandazione ITU-T E.164. Le misure saranno applicate entro il 1° ottobre 2024.
- Creazione di un’Unità di Monitoraggio (UdM): L’UdM, composta da rappresentanti di Sparkle e dell’Autorità, vigilerà sull’attuazione degli impegni e garantirà un controllo continuativo sui partner commerciali e sulle procedure di compliance.
Risultati della consultazione pubblica
La proposta di impegni, pubblicata dall’Autorità il 26 luglio 2024, è stata sottoposta a consultazione pubblica fino al 9 settembre 2024. Non sono state presentate osservazioni da parte di soggetti terzi.
Le valutazioni conclusive dell’Autorità
L’AGCOM ha ritenuto gli impegni proposti da Sparkle idonei a migliorare la tutela degli utenti e le condizioni di concorrenza, eliminando gli effetti anticompetitivi derivanti dalle pratiche contestate. In particolare, è stato apprezzato l’approccio preventivo di Sparkle e la volontà di implementare controlli più rigorosi sui partner internazionali.
L’Autorità monitorerà l’attuazione degli impegni per un anno dalla notifica del provvedimento, sospendendo nel frattempo il procedimento sanzionatorio avviato contro Sparkle.
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