Oggi, 19 aprile 2021, il Comitato Esecutivo UEFA ha ufficialmente approvato il nuovo format valido per le competizioni europee di calcio per club a partire dalla stagione 2024/25.
Le riforme su UEFA Champions League, Europa League ed Europa Conference League arrivano dopo due anni di consultazioni con tutta la famiglia del calcio europeo e hanno il sostegno unanime del Consiglio ECA e del Comitato Competizioni per Club UEFA.
Per quanto riguarda la UEFA Champions League, il numero delle squadre passerà da 32 a 36, mentre la tradizionale fase a gironi diventerà un unico campionato tra tutte le partecipanti. Tutte le squadre disputeranno almeno 10 partite contro 10 avversarie diverse (cinque in casa e cinque in trasferta), anziché sei partite contro tre squadre in casa e in trasferta.
Le prime otto classificate si qualificheranno direttamente per la fase a eliminazione diretta, mentre le squadre dal 9° al 24º posto disputeranno gli spareggi (con partite di andata e ritorno) per conquistare gli ottavi di finale. Tutte le partite prima della finale si giocheranno a metà settimana.
La qualificazione per la UEFA Champions League rimarrà aperta e dovrà sempre essere conquistata tramite il piazzamento in campionato. Uno dei posti in più a disposizione andrà alla terza classificata nel campionato della quinta federazione del ranking UEFA. Un altro posto sarà assegnato a un campione nazionale, estendendo da quattro a cinque il numero dei club che si qualificano attraverso il cosiddetto “Percorso Campioni”.
Gli ultimi due posti spetteranno ai club con i coefficienti più alti negli ultimi cinque anni che si sono qualificati per la fase preliminare di Champions League, per l’Europa League o per l’Europa Conference League.
Queste le parole del presidente UEFA Aleksander Čeferin:
Il nuovo format sostiene lo status e il futuro dei campionati nazionali di tutta Europa. Mantiene inalterato il principio secondo cui i risultati e i piazzamenti a livello nazionale devono essere la chiave per la qualificazione, e riconferma i principi di solidarietà attraverso gioco e competizione aperta.
Questo nuovo format manterrà vivo il sogno di ogni squadra europea di partecipare alla UEFA Champions League grazie ai risultati ottenuti in campo e consentirà la sopravvivenza a lungo termine, la prosperità e la crescita a tutti, e non solo a un ristretto gruppo di club autoselezionati.
Il calcio è un tesoro sociale e culturale, arricchito da valori, tradizioni ed emozioni condivise in tutto il nostro continente. Come organo di governo e responsabile del calcio europeo, il ruolo della UEFA è quello di salvaguardare questa eredità, guidando al contempo la crescita del calcio in Europa per le federazioni nazionali, le leghe, i club, i giocatori e i tifosi ad ogni livello.
Questo è il motivo per cui abbiamo avuto un ampio processo di consultazione negli ultimi due anni, che ha portato a un sostegno unanime alla nostra proposta. Siamo convinti che queste riforme raggiungeranno questi obiettivi.
Variazioni simili a quelle per la Champions League saranno applicate in UEFA Europa League (con 8 partite nella fase campionato) e UEFA Europa Conference League (con 6 partite nella fase campionato). Inoltre, pure queste due competizioni potrebbero essere allargate a 36 squadre nella prima fase.
La UEFA ha anche intenzione di riaffermare il suo impegno finanziario verso il calcio europeo, avviando iniziative in favore di una maggiore solidarietà finanziaria ai club che non partecipano alle competizioni UEFA, oltre a proporre misure cautelari e protettive per la salute dei giocatori nelle competizioni di qualsiasi livello.
Il format approvato quest’oggi potrebbe subire, se necessario, degli aggiustamenti, mentre ulteriori decisioni e dettagli sulle competizioni europee a partire dalla stagione 2024/25 saranno prese entro la fine del 2021.
La comunicazione del nuovo format per le competizioni europee arriva a seguito dell’ufficializzazione da parte dei relativi club fondatori della nascita della Super League, su cui UEFA, FIFA e alcune federazioni e leghe hanno già espresso il proprio parere sfavorevole.
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