MioDottore: secondo un’indagine le abitudini digitali degli italiani sono peggiorate dalla pandemia
MioDottore, in occasione del “National Day of Unlugging” del 5 e 6 Marzo 2021, ha condotto un’indagine tra gli italiani, che ha esplorato le influenze della pandemia sull’approccio con i dispositivi tecnologici.
La ricerca condotta da MioDottore, una piattaforma parte di DocPlanner famosa soprattutto per la prenotazione di visite mediche specialistiche, ha voluto indagare la propensione degli italiani a scollegarsi da internet e a mettere in pausa la propria vita digitale.
Secondo quanto raccolto durante la ricerca, l’87% dei soggetti intervistati sarebbe disposto a sconnettersi per ventiquattro ore consecutive, il 66% dei quali ritiene inoltre di poterlo fare facilmente, mentre per il 21% rimanente sarebbe più faticoso.
Una piccola parte dei casi presi a campione ha inoltre dato la sua disponibilità alla pratica di giornate intere dedicate al digital detox, in cui abbandonare regolarmente l’uso di dispositivi tecnologici, ma secondo molti questo sarebbe spesso incompatibile con le agende lavorative e con gli impegni quotidiani.
Nonostante ciò, sono emersi degli accorgimenti per limitare il tempo passato online, come impegnarsi ad accantonare i device quando si è in compagnia, oppure durante la lettura e il gioco, e di spegnerli o di disattivare le notifiche completamente durante momenti di studio o lavoro.
Il dottor Andrea-René Angeramo, psicologo e psicoterapeuta di MioDottore, ha così commentato i risultati dell’indagine:
Le evidenze emerse invitano a leggere l’attuale comportamento degli utenti come una ridefinizione del proprio quotidiano attraverso i device digitali, dove si trovano molteplici stimoli disponibili e frammentati, che forniscono agli individui sistemi di ricompensa a facile accesso.
Si è sviluppata come una sorta di addiction sotto soglia, celata da condivise coloriture di normalità, nonostante la quale la coscienza intravede che alcune soluzioni di cambiamento sono ancora possibili”.
Lo specialista prosegue: “Quando si è iper-connessi, soprattutto sui social media, che influiscono direttamente e indirettamente sui circuiti neurali deputati alla ricompensa attraverso immagini e like, si sviluppa una tendenza immediata a input dopaminergici: dopamina a basso sforzo. La conseguenza è un’inibizione verso stimoli a livello fisico, emotivo e intellettivo, e un incremento al disinteresse e demotivazione.
MioDottore ha poi ricordato a tutti alcune semplici regole che potrebbero dimostrarsi utili per una disconnessione più facile, come l’abitudine a non usare strumenti digitali dalle 20:00 fino a tre ore dopo il risveglio, oppure costruire un programma giornaliero con orari predefiniti per attività online e offline.
Altri modi sono quelli di riscoprire la gratificazione ancestrale basata sulla sensorialità reale del mangiare lentamente e dell’olfatto abbandonando quella artificiale, oppure aumentare la qualità e la quantità di relazioni, per sviluppare in modo più naturale una difesa contro l’impulsività e l’iperconnessione.
MioDottore ha poi annunciato che, per ricevere consigli sulla tematica, la piattaforma metterà a disposizione degli utenti la funzione di consulenza online con circa 7.000 esperti disponibili per tutti, da incontrare via video o con cui pianificare appuntamenti personalizzati.
Oltre a questo, la ricerca ha anche preso in esame l’influenza della situazione pandemica e sanitaria sulle routine di utilizzo dei dispositivi, che è infatti aumentato e che arriva ad almeno 8 ore al giorno per il 53% degli intervistati.
La maggior parte dei soggetti ha poi affermato di essere online, oltre che per lavoro o studio, soprattutto per stare in contatto con amici e cari (42%), per tenersi informati (31%), per fare shopping (25%), per guardare film e serie tv (21%) o per giochi e app generiche (19%).
L’abitudine degli italiani a utilizzare i propri dispositivi digitali, secondo quanto emerso dall’indagine di MioDottore, non termina poi nemmeno durante il tempo libero, con il 92% degli intervistati che ha ammesso di dormire con il telefono sul comodino e di controllare per il 53% dopo ogni risveglio la presenza di email o notifiche, oltre che di portarlo con sé anche a tavola (57%).
Nonostante le percentuali di attaccamento siano alte, rimane comunque presente la consapevolezza nel 65% degli italiani presi in esame di un possibile miglioramento della propria quotidianità in caso di riduzione dell’utilizzo di dispositivi digitali.
Riuscire a trascorrere più tempo offline si è dimostrato un desiderio diffuso, con attività alternative focalizzate soprattutto alla ricerca del proprio benessere psico-fisico, come passando più tempo all’aria aperta, praticando sport o con amici e familiari.
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