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Intel: confermato il furto dati da parte di un hacker, trafugati i risultati economici del 2020

Intel ha dichiarato di essere stata vittima di un attacco hacker che ha portato al furto di dati finanziari e che ha costretto l’azienda ad anticipare il rilascio dei propri risultati economici.

Secondo quanto dichiarato da George Davis, Chief Financial Officer presso Intel, l’attacco di un hacker avrebbe portato al furto di uno dei grafici riassuntivi, diffusi internamente a livello aziendale ma non ancora pronti per essere diffusi pubblicamente, che riassumono l’andamento economico della società in relazione all’ultimo quarto del 2020.

A riportare la notizia è il Financial Times, un quotidiano legato al mondo dell’economia e delle finanze, che avrebbe confermato la veridicità della notizia tramite dei rappresentanti aziendali di Intel.

Il furto decantato avrebbe portato Intel ad anticipare il rilascio del proprio report di rendimento, inizialmente programmato solo dopo la chiusura dei mercati finanziari statunitensi, riprogrammandone la pubblicazione a 6 minuti prima della chiusura della borsa di Wall Street.

Nessun possibile rischio per i dati sensibili degli utenti questa volta quindi, visto che il furto e l’attacco dell’hacker avrebbero riguardato solamente il sito dedicato ai contatti con la stampa, non andando quindi ad interessare alcun tipo di informazione proveniente dagli utenti consumatori.

A creare particolare scalpore è stato il contenuto del grafico rubato, nel quale viene rappresentata una forte crescita di mercato di Intel nel segmento dei computer personali, risultato diretto della pandemia, che ha portato sempre più persone a fare affidamento su dispositivi elettronici nella loro quotidianità.

Questi risultati economici particolarmente positivi sarebbero arrivati in un momento molto delicato per Intel, che nei precedenti report finanziari sembrava essere in ritardo sul mercato rispetto ai concorrenti di settore come TSMC e Samsung.

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intel logo sede aziendale

Prendendo in esame i dati rilasciati anticipatamente dall’azienda, il fatturato totale sarebbe sceso nell’ultimo quarto molto meno di quanto si aspettasse la borsa di Wall Street, grazie soprattutto ai ricavi derivanti dal segmento PC, aumentati del +9%.

Secondo quanto dichiarato, infatti, le vendite di chip per PC sarebbero aumentate del +33% nell’ultimo quarto del 2020, con il numero di dispositivi immessi sul mercato aumentato del +26%, segnando l’anno migliore nell’ultima decade per il mercato dei computer.

George Davis avrebbe attribuito questa crescita positiva soprattutto al fatto che Intel si appoggi in parte a catene di produzione proprie, e questo avrebbe reso possibile un cambio di fabbricazione improvviso verso i settori più importanti a livello economico.

Come confermato anche da Pat Gelsinger, che nei prossimi mesi andrà a sostituire il posto di Bob Swan come Amministratore Delegato presso Intel, l’azienda starebbe puntando a produrre internamente la maggior parte dei chip rilasciati entro il 2033, senza così dover fare affidamento a produttori esterni.

L’azienda starebbe inoltre riprogettando il processo di produzione da 7nm necessario al rilascio di nuove generazioni di chip per computer, il cui lancio sul mercato dei consumatori è previsto proprio per il 2033.

I dati rilasciati da Intel per i propri chip dedicati ai Data Center sono invece in negativo del -16% rispetto ai report precedenti, a indicare un rallentamento dopo la fortissima domanda di inizio 2020, legata alla migrazione verso i servizi cloud delle aziende, complice la pandemia di Coronavirus.

Intel ha infine dichiarato di stare ancora investigando sulle modalità del furto, che fortunatamente ha riguardato solo i dati finanziari e non quelli degli utenti, nonostante in passato l’azienda sia stata al centro di numerosi rischi legati alla sicurezza dei propri prodotti.

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Via
Financial Times
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