App e Social

Apple citata in giudizio per non aver rimosso Telegram dall’App Store come ha già fatto con Parler

Apple è stata citata in giudizio dall’organizzazione, Coalition for a Safer Web (CSW), per non aver rimosso dal suo App Store l’applicazione relativa al servizio di messaggistica istantanea, Telegram, così come ha già fatto per la piattaforma social, Parler.

La causa dell’ambasciatore Marc Ginsberg e della suddetta organizzazione, depositata ieri, 17 gennaio 2021, presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Nord della California, accusa dunque Apple di consentire il libero download di Telegram dall’App Store, nonostante sia a conoscenza del fatto che l’applicazione venga utilizzata anche per azioni negative ai danni delle persone.

La causa arriva nello stesso periodo in cui Apple ha bloccato Parler per non essere stata in grado di moderare i contenuti in app generati dai suoi utenti. L’applicazione, infatti, sarebbe stata utilizzata per pianificare e coordinare attività illegali a Washington DC, incluso il recente assalto al Campidoglio degli Stati Uniti.

CSW, presentata come “organizzazione di difesa non di parte e senza scopo di lucro” per forzare la rimozione di contenuti estremisti e terroristici dalle piattaforme di social media, afferma, dunque, che Apple non stia seguendo le proprie politiche e linee guida relative ai contenuti delle app per quanto riguarda Telegram, consentendo, di conseguenza, ai suoi utenti più malintenzionati di continuare le loro attività.

Secondo un comunicato stampa del CSW di giugno 2020 citato dalla causa, Telegram viene utilizzato come “canale di comunicazione per il governo russo e per i gruppi nazionalisti neo-nazisti e bianchi affiliati, seminando disinformazione e divisione razziale negli Stati Uniti e in Europa“.

A luglio 2020, poi, Ginsberg aveva scritto al CEO di Apple, Tim Cook, a nome dell’organizzazione, chiedendo che Telegram venisse temporaneamente rimossa dall’App Store, a causa del suo ruolo di incitamento alla violenza estremista. Inoltre, l’organizzazione, Coalition for a Safer Web, sostiene che Telegram, attualmente, viene utilizzato anche per coordinare e incitare atti violenti prima dell’insediamento del presidente eletto, Joe Biden.

Apple

L’accusa nei confronti di Apple è, dunque, causata dal fatto che la multinazionale statunitense non ha intrapreso alcuna azione contro Telegram, paragonabile a quella intrapresa contro Parler, che costringesse l’applicazione a migliorare le sue politiche di moderazione dei contenuti.

A tal proposito, Coalition for a Safer Web ha aggiunto che anche gli sviluppatori di Telegram non hanno intrapreso alcuna azione significativa per frenare le violazioni delle linee guida da parte dei suoi utenti.

Per quanto riguarda i rapporti tra Apple e Telegram, nel 2018, l’applicazione è stata temporaneamente rimossa dall’App Store a causa della presenza di contenuti pedopornografici.

Sempre nell’aprile dello stesso anno, il regolatore russo delle telecomunicazioni, Roskomnadzor, ha ordinato ad Apple di fermare il download di Telegram, in parte a causa del fatto che gli sviluppatori dell’applicazione si sono rifiutati di consegnare le chiavi di cifratura al governo, come richiesto dalla legge russa. Mentre il divieto politico ha impedito per qualche tempo l’aggiornamento dell’app, Apple ha approvato gli aggiornamenti dell’applicazione a giugno 2018.

Lo scorso ottobre 2020, invece, Apple inoltre aveva chiesto a Telegram la rimozione di alcune pubblicazioni relative alle proteste in Bielorussia.

In conclusione, la suddetta causa richiede un processo con giuria e chiede al tribunale di fornire un risarcimento danni a ciascun attore, la concessione di un’ingiunzione che vieti Telegram dall’App Store, fino a quando non sarà conforme alle linee guida di Apple, e le spese legali.

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AppleInsider
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