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AGCM avvia procedimenti nei confronti di Google, Apple e Dropbox per i servizi di cloud computing

L’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha avviato dei procedimenti nei confronti di Google, Apple, e Dropbox, per quanto riguarda i loro servizi di cloud computing.

Dopo le due istruttorie inviate nei confronti di Amazon (Amazon Italia Customer Service, Amazon Eu, Amazon Service Europe) e Ebay (Ebay Italia e Ebay Gmbh), a causa del mercato fraudolento di prodotti igienizzanti e mascherine monouso sulle piattaforme di compravendita online, ora è il turno di alcuni dei principali operatori a livello globale di servizi di archiviazione, elaborazione e trasmissione dati.

I soggetti coinvolti nelle sei istruttorie avviate dall’AGCM sono Google, per quanto riguarda il servizio Google Drive, Apple, per il servizio iCloud, e Dropbox. I procedimenti riguardano principalmente presunte pratiche commerciali scorrette e/o violazioni della Direttiva sui diritti dei consumatori e presunte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali.

Nel dettaglio, le istruttorie per pratiche scorrette nei confronti di Google, Apple e Dropbox riguardano la mancata o inadeguata indicazione dell’attività di raccolta e utilizzo a fini commerciali dei dati forniti dall’utente e il possibile indebito condizionamento nei confronti dei loro consumatori, che non sarebbero in condizione di esprimere all’operatore il consenso alla raccolta e all’utilizzo a fini commerciali delle loro informazioni, per utilizzare il servizio di cloud storage.

A Dropbox si imputa, inoltre, l’accusa di non aver fornito in maniera chiara e accessibile le informazioni sulle condizioni, sui termini e sulle procedure per recedere dal contratto e per esercitare il diritto di ripensamento e di non consentire all’utente il ricorso in modo agevolato a meccanismi extra-giudiziali di conciliazione delle controversie, con le indicazioni necessarie per accedervi.

I procedimenti per clausole vessatorie, invece, riguardano tutte e tre le suddette società e fanno riferimento ad alcune condizioni contrattuali che garantirebbero l’ampia facoltà, da parte dell’operatore, di sospendere e interrompere il servizio, l’assenza di responsabilità in caso di perdita dei documenti conservati sullo spazio cloud dell’utente, la prevalenza della versione in inglese del testo del contratto rispetto a quella in italiano e la possibilità di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali.

Le istruttorie vengono avviate dopo la modifica all’articolo 27 del Codice del Consumo sui poteri dell’AGCM, in cui è stato stabilito che l’Antitrust possa ordinare, anche in via cautelare, la rimozione di iniziative o attività che costituiscono pratica commerciale scorretta.

I destinatari di tali ordini (operatori e gestori di reti telematiche) avranno l’obbligo di inibire l’utilizzazione delle loro reti, al fine di evitare il protrarsi delle attività pregiudizievoli. In caso di inottemperanza senza motivo giustificato, l’AGCM potrà irrogare sanzioni amministrative fino a 5 milioni di euro.

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Fonte
AGCM.it
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