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Truffa del Sì: le chiamate che attivano i contratti all’insaputa del consumatore

Purtroppo le truffe telefoniche possono essere all’ordine del giorno, per questo è opportuno conoscere le varie metodologie messe in atto per questo tipo di frodi.

Un fenomeno diffuso è quello di ricevere chiamate da call center che propongono offerte insistentemente. Questo potrebbe essere un vero e proprio tentativo fraudolento denominato Truffa del Sì.

Anche un noto programma televisivo d’inchiesta, qualche tempo fa, segnalò l’accaduto denunciando dei comportamenti scorretti messi in atto da alcune compagnie.

In particolare la truffa consiste nel forzare la vittima a rispondere positivamente ad alcune domande, pure ovvie e non inerenti alla promozione proposta.

La telefonata viene registrata e si spinge a continuare la conversazione anche nel caso in cui l’utente non sia interessato alle offerte.

Ottenuto il dalla persona malcapitata, tramite un lavoro di audio editing viene rimosso e inserito in un contesto creato appositamente.

Fatto ciò, si simula che l’utente abbia dato il consenso all’attivazione di un contratto, il tutto contro la sua volontà.

Spesso il cliente si accorge del raggiro solo dopo aver ricevuto la prima bolletta da parte di un operatore relativamente ad un’utenza registrata a sua insaputa.

In questi casi la vittima truffata può agire inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno in modo tale da disconoscere il contratto.

Questa frode informatica prende il nome di Vishing, ovvero Phishing vocale, e prevede spesso anche l’utilizzo di sistemi vocali automatizzati (utilizzando ad esempio un sistema VoIP).

In genere le offerte incriminate appartengono a categorie quali energia, gas e telefonia, in quanto queste sono frequenti a possibili rimodulazioni di contratto o nuove offerte.

L’aumento di simili truffe potrebbe anche essere causato dalla fine del mercato tutelato per l’energia prevista per gennaio 2022.

Infine si sottolinea che per non cadere in questi tranelli conviene sempre prestare attenzione a non pronunciare la parola , non fornire codici univoci legati alle proprie forniture (come il POD o il PDR) ed evitare di dire i propri dati sensibili (anagrafici o bancari).

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