Lavoro e Telecomunicazioni: l’evoluzione delle norme sugli appalti in un periodo di cambiamenti
La regolamentazione degli appalti di contratti nell’ambito delle telecomunicazioni ha visto un progressivo aggiornamento negli anni al fine di favorire la qualità del servizio, il rispetto delle condizioni lavorative e la legittimità dei contratti.
In un’Italia coinvolta dalla crisi economica, anche il mondo delle telecomunicazioni ha assistito, fin dal 2006, ad una flessione legata a problemi di tipo strutturale che ha portato a un calo dei ricavi generati dal cliente ultimo.
Gli utenti producono un guadagno, investito poi dalle aziende per il miglioramento del servizio attraverso degli ammodernamenti che vadano incontro ad un universo in continua evoluzione e digitalizzazione.
Marco Rendina, Responsabile Lavoro e Relazioni Industriali di Assotelecomunicazioni-Asstel, ne “La disciplina degli appalti nel contratto delle Tlc” pubblicato nell’Annuario del Lavoro di qualche anno fa, affermava:
Le regole individuate dalla contrattazione collettiva costituiscono un punto di riferimento che permettono di gestire situazioni di grave difficoltà nell’ambito di un quadro di relazioni industriali strutturato e consolidato.
Tale contrattazione vede la luce nel 2000 come risposta alla liberalizzazione del mercato dei servizi delle telecomunicazioni con lo scopo di garantire una competitività regolamentata tra le imprese.
Nel 2005 è stata poi aggiornata con un articolo incentrato sulle concessioni e il loro ordinamento al fine di garantire l’osservanza delle leggi e del contratto da parte degli imprenditori con delle clausole di garanzia e di subappalto. Per questo è stato previsto che i capitolati debbano presentare certificazioni Inps e Inail, per la verifica del rispetto della regolarità dell’appalto, e che il subappalto sia limitato secondo le norme previste da tale accordo con specifica richiesta di comunicazione semestrale di eventuali imprese subappaltatrici.
Alle aziende è stato richiesto, inoltre, di fornire sistematicamente dati relativi alla tipologia di attività data in concessione, alle localizzazioni e al numero di lavoratori coinvolti in questo processo.
L’accordo è stato rinnovato nel 2013, orientandolo in direzione della salvaguardia della libertà di impresa; concetti di moralità e responsabilità sociale vengono presi in considerazione per uno sviluppo delle imprese in linea con tali valori.
In particolare, è stato messo sotto esame l’appalto del Customer care con una selezione degli imprenditori ai quali vengono richiesti particolari requisiti quali autonomia organizzativa, solidità economica, assenza di procedure giudiziali, applicazione del contratto nazionale e presenza di un codice etico in linea con i principi di corporate social responsibility e della legalità.
Ci si prefissa di garantire, in aggiunta, una tutela nei confronti di situazioni meritevoli come la monocommittenza, ad esempio, a cooperative di disabili.
In caso di crisi occupazionale legata ad un cambio di appalto, i sindacati possono chiedere alle imprese degli incontri per esaminare le motivazioni di tale decisione e verificare le eventuali soluzioni al problema; è stata, infine, prevista l’istituzione di un organismo nazionale paritetico per l’accertamento del rispetto del contratto nazionale da parte delle aziende ed un eventuale indirizzamento di queste tramite raccomandazioni inviate ai soggetti giuridici implicati.
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