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Ritardi nella consegna di acquisti effettuati online? Ecco cosa fare

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Durante la pandemia da Covid-19, è stato registrato un aumento degli acquisti effettuati online tramite piattaforme e-commerce, con conseguente incremento dei reclami dei consumatori, per problematiche strettamente collegate con la consegna dei pacchi.

Altre segnalazioni hanno riguardato, invece, la consegna di prodotti ricevuti in tempo ma difettosi, oppure diversi da quelli ordinati.

In un post di consumatori.it, oltre al link per effettuare eventuali reclami, sono presenti dei consigli su come comportarsi in casi specifici dove c’è un ritardo nella consegna degli oggetti acquistati.

Per i contratti conclusi fuori dei locali commerciali, sono disponibili quattordici giorni per recedere dal contratto, che scattano dal giorno in cui il consumatore acquisisce il possesso fisico del bene.

L’articolo 61 prevede anche che, salva diversa pattuizione delle parti, è obbligato a consegnare i beni senza ritardo ingiustificato e al più tardi entro trenta giorni dalla data di conclusione del contratto.

Nel caso in cui ciò non avvenisse, il consumatore dovrebbe invitare il professionista ad effettuare la consegna entro un termine supplementare (azione non obbligatoria se il termine di consegna del bene è essenziale).

Se anche quest’ultima scadenza non venisse rispettata, l’acquirente è legittimato a risolvere il contratto, salvo il diritto al risarcimento dei danni (il professionista, dunque, è tenuto a rimborsare tutte le somme versate dal consumatore).

Nel momento in cui il consumatore desideri ricevere gli acquisti effettuati online, nonostante la consegna in ritardo, è consigliabile contattare il venditore (anche tramite un legale).

Il reclamo va scritto e inviato tramite pec o raccomandata A/R, richiedendo che la consegna venga effettuata “entro e non oltre 5 giorni dal ricevimento della presente“ e annunciando che, in caso contrario, si procederà per vie legali e si segnalerà il caso all’Antitrust.

Nell’eventualità in cui il pacco sia stato spedito dal consumatore, è opportuno controllare la carta dei servizi del corriere, che prevede degli specifici indennizzi.

Per Poste Italiane, l’ammontare del rimborso o l’entità del ritardo variano in base al fatto che si tratti di un pacco ordinario nazionale o di altri tipi di prodotti postali.

Nel primo caso, a seconda dei giorni di ritardo, si passa dalla restituzione del costo della spedizione all’aggiunta di 15 euro o 30 euro.

Con Poste, la controversia in sede conciliativa viene decisa nel caso di ritardi, perdita, danneggiamento totale o parziale del pacco, in cui emerga un danno economico accertato, derivante da un provato disservizio di Poste. Il limite massimo di rimborso è di 600 euro.

L’Unione Nazionale Consumatori mette a disposizione una procedura di conciliazione sia per i disservizi con Poste Italiane che con altri corrieri come SDA.

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