Categorie: App Tech

UNC: il presidente Dona in merito all’avviso per pratiche scorrette pubblicato da Facebook

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Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), Massimiliano Dona, ha commentato la dichiarazione per pratiche scorrette sull’utilizzo dei dati degli utenti pubblicato da Facebook, in seguito alla sanzione da 7 milioni di euro da parte dell’AGCM, dello scorso febbraio 2021.

La sanzione è successiva ad un provvedimento nei confronti di Facebook, emesso dall’Autorità lo scorso novembre 2018, a seguito di alcune segnalazioni provenienti anche dell’UNC.

Ai tempi, infatti, era stato accertato che Facebook non informasse adeguatamente gli utenti in merito all’attività di raccolta dei dati a fini commerciali, durante la registrazione degli account, enfatizzando, invece, la gratuità del servizio e non specificando le finalità remunerative sottese.

Non veniva fornita, inoltre, un’adeguata distinzione tra l’utilizzo dei dati per la personalizzazione del servizio e quello volto a realizzare campagne pubblicitarie mirate.

L’Autorità, dunque, aveva sanzionato Facebook per 5 milioni di euro, vietato la pratica ingannevole e disposto la pubblicazione di una dichiarazione rettificativa sul sito aziendale per l’Italia, sull’app e sul profilo personale di ogni utente italiano.

Con l’istruttoria di febbraio 2021, però, è stato accertato che Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd. (le due società coinvolte), non avessero pubblicato la dichiarazione rettificativa e cessato la pratica scorretta, pur avendo eliminato il claim di gratuità in sede di registrazione alla piattaforma. Per questi motivi, le società erano state ulteriormente sanzionate per 7 milioni di euro complessivi.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC)

Nella giornata di ieri, 8 aprile 2021, l’UNC ha fatto sapere che Facebook ha ufficialmente pubblicato sul suo social network la dichiarazione rettificativa richiesta dall’Antitrust, in cui si legge:

AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
Le società Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd.
Non hanno informato adeguatamente e immediatamente i consumatori, in fase di attivazione dell’account, dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti. In tal modo hanno indotto i consumatori a registrarsi sulla Piattaforma Facebook, enfatizzando anche la gratuità del servizio. Tale pratica è stata valutata scorretta, ai sensi degli artt. 21 e 22 del Decreto Legislativo n. 206/2005 (Codice del Consumo).

L’Autorità ha disposto la pubblicazione della presente dichiarazione rettificativa ai sensi dell’articolo 27, comma 8, del Codice del Consumo.

(provvedimento adottato nell’adunanza del 29 novembre 2018 e disponibile sul sito www.agcm.it)

In merito alla situazione descritta, questo, dunque, è il commento dell’avv. Massimiliano Dona:

Dopo 3 anni esatti da quando è partita la vicenda, grazie alla nostra segnalazione, viene pubblicato l’avviso. Il 6 aprile 2018, infatti, l’Antitrust ha comunicato alla nostra associazione, in qualità di primi segnalanti, l’avvio del procedimento istruttorio PS/11112 che poi ha determinato il 29 novembre 2018 il provvedimento di condanna n. 27432 con la sanzione da 10 milioni di euro.

Spiace solo che ci sia voluta, nel febbraio 2021, una seconda condanna per inottemperanza proprio per la mancata pubblicazione di quella dichiarazione rettificativa per ottenerla. Tutto è bene, comunque, quel che finisce bene.

Ora i consumatori sono stati informati correttamente che hanno sempre diritto su ogni social di essere informati, fin dal loro primo accesso, ossia in fase di registrazione e attivazione dell’account, se i loro dati sono raccolti con intenti commerciali. Questo anche quando il servizio è gratuito.

Il consumatore deve essere sempre libero di scegliere e di esprimere il suo consenso alla raccolta dei dati e per esserlo realmente, deve essere sempre adeguatamente informato. I nostri dati valgono.

Si ricorda, infine, che di recente, il presidente dell’UNC ha annunciato che l’associazione di difesa dei consumatori ha segnalato anche Sky Italia e DAZN sempre all’Autorità Antitrust, ma questa volta in merito agli spot dedicati alle piattaforme digitali StarCasinò e William Hill News, che promuoverebbero il gioco d’azzardo.

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