Lo scorso venerdì, 10 gennaio 2025, un uomo di quarant’anni è stato arrestato dai poliziotti del commissariato Colombo di Roma per aver truffato un’anziana spacciandosi per un carabiniere.
A rendere nota la vicenda è la Polizia di Stato, che ha spiegato nel dettaglio il metodo con cui l’uomo, uscito di prigione appena tre settimane prima, avrebbe raggirato la vittima.
Il truffatore l’avrebbe contattata telefonicamente, fingendo di essere un maresciallo dei carabinieri e avvisandola che suo figlio era stato arrestato per rapina. Pertanto, a detta sua, per liberarlo avrebbe dovuto pagare di tasca propria.
Per convincere la donna, inoltre, il criminale avrebbe simulato una crisi di pianto e la voce del presunto figlio, così da indurla a rivelarne inavvertitamente il nome, un passaggio chiave per ottenerne la fiducia.
Inoltre, per evitare che qualcosa potesse andare storto, ha fatto in modo che lei rimanesse in linea fino all’arrivo del suo complice alla porta dell’abitazione.
A quel punto, convinta che quest’ultimo avrebbe rilasciato il figlio in arresto in seguito al “pagamento“, l’anziana gli ha consegnato circa 200 grammi di gioielli in oro.
Poco dopo l’accaduto, ristabilita la calma, quest’ultima ha preso coscienza del fatto. Per sua fortuna, alcuni poliziotti si trovavano nei dintorni e, attirati dalle sue grida, l’hanno raggiunta.
Una volta accertato il misfatto, le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare in breve il ladro, intercettato in piena fuga con il “bottino” a carico e prontamente arrestato.
Quest’ultimo caso di truffa verificatosi a Roma, come molti altri simili condotti con lo stesso metodo del finto carabiniere o affini, sottolinea l’importanza di non farsi prendere dal panico e di rimanere vigili di fronte a telefonate o visite che destano il benché minimo sospetto.
Specialmente per i soggetti più vulnerabili, quali anziani, bambini o invalidi, il monito rimane quello di non assecondare richieste di denaro o beni avanzate con urgenza o sotto minaccia, soprattutto se non vi è modo di verificare l’identità di chi le sta avanzando.
In tali casi, è buona pratica rivolgersi immediatamente alle autorità tramite gli appositi numeri di emergenza.
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